smart working
Das "smart working" bleibt nicht mehr eine zusätzliche Möglichkeit, sie wird nun zu einer Verpflichtung für die öffentlichen Verwaltungen...
Hier einen Auszug aus dem Text, siehe unten:
Es ist notwendig, "die Möglichkeit zu geben, sich flexibler zu organisieren, indem man das persönliche Leben und die Arbeitszeiten in Einklang bringt", sagt Dadone und erklärt, dass es nicht um Telearbeit geht, sondern darum, "die Arbeit neu zu konzipieren, indem man sie flexibler gestaltet, um Ergebnisse zu erzielen und klare Ziele zu verfolgen, die vom Vorgesetzen vorgegeben werden". Dadone erinnert daran, dass die Ergebnisse einer vom "Politecnico" von Mailand durchgeführten Untersuchung eine Produktivitätssteigerung zeigen.
Il ministro della PA, Fabiana Dadone, ha firmato la circolare che mira a rendere il lavoro agile strutturale negli uffici pubblici e fornisce alcuni chiarimenti sulle modalità di implementazione delle misure normative e sugli strumenti, anche informatici, a cui le pubbliche amministrazioni possono ricorrere.
Il passaggio dalla sperimentazione all’obbligo di modalità più adeguate e flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa, sottolinea la circolare, è la conseguenza delle misure scritte nel primo decreto Coronavirus, il Dl 9/2020.
La circolare detta anche una serie di istruzioni operative, come la possibilità di adottare soluzioni cloud per agevolare l’accesso condiviso dei dipendenti a dati e documenti, il ricorso a videoconferenze e a modalità flessibili di svolgimento del lavoro.
Per lo smart working, questa “è un’ottima occasione occasione per passare dalla sperimentazione all’ordinarietà”, “proviamo a trasformare una situazione negativa in una situazione positiva per la Pa”.
Occorre “dare la possibilità di organizzarsi in modo più agile, conciliando tempi di vita personale e tempi di lavoro”, dice Dadone spiegando che non si tratta di telelavoro ma di “riconcepire il lavoro rendendolo più agile, nell’ottica del raggiungimento del risultato, perseguendo obiettivi chiari che vengono dati dal dirigente”. Dadone ricorda che i risultati di una ricerca del Politecnico di Milano che mostrano un aumento di produttività.
Dadone: “Smart working anche col pc dei dipendenti”
“A fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete” le amministrazioni pubbliche potranno ricorrere a modalità flessibili di lavoro “anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi”. Lo prevede la circolare del ministro per la Pa Fabiana Dadone tesa a incentivare lo smart working a fronte dell’emergenza Covid-19.
Tuttavia “sono previste misure normative volte a garantire, mediante Consip Spa, l’acquisizione delle dotazioni informatiche necessarie alle pubbliche amministrazioni al fine di poter adottare le misure di lavoro agile per il proprio personale”, in base al decreto legge del 2 marzo 2020 recante ‘Misure urgenti di sostegno per le famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19’.
entnommen aus quifinanza.it
sb 10.3.2020
Es ist notwendig, "die Möglichkeit zu geben, sich flexibler zu organisieren, indem man das persönliche Leben und die Arbeitszeiten in Einklang bringt", sagt Dadone und erklärt, dass es nicht um Telearbeit geht, sondern darum, "die Arbeit neu zu konzipieren, indem man sie flexibler gestaltet, um Ergebnisse zu erzielen und klare Ziele zu verfolgen, die vom Vorgesetzen vorgegeben werden". Dadone erinnert daran, dass die Ergebnisse einer vom "Politecnico" von Mailand durchgeführten Untersuchung eine Produktivitätssteigerung zeigen.
Il ministro della PA, Fabiana Dadone, ha firmato la circolare che mira a rendere il lavoro agile strutturale negli uffici pubblici e fornisce alcuni chiarimenti sulle modalità di implementazione delle misure normative e sugli strumenti, anche informatici, a cui le pubbliche amministrazioni possono ricorrere.
Il passaggio dalla sperimentazione all’obbligo di modalità più adeguate e flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa, sottolinea la circolare, è la conseguenza delle misure scritte nel primo decreto Coronavirus, il Dl 9/2020.
La circolare detta anche una serie di istruzioni operative, come la possibilità di adottare soluzioni cloud per agevolare l’accesso condiviso dei dipendenti a dati e documenti, il ricorso a videoconferenze e a modalità flessibili di svolgimento del lavoro.
Per lo smart working, questa “è un’ottima occasione occasione per passare dalla sperimentazione all’ordinarietà”, “proviamo a trasformare una situazione negativa in una situazione positiva per la Pa”.
Occorre “dare la possibilità di organizzarsi in modo più agile, conciliando tempi di vita personale e tempi di lavoro”, dice Dadone spiegando che non si tratta di telelavoro ma di “riconcepire il lavoro rendendolo più agile, nell’ottica del raggiungimento del risultato, perseguendo obiettivi chiari che vengono dati dal dirigente”. Dadone ricorda che i risultati di una ricerca del Politecnico di Milano che mostrano un aumento di produttività.
Dadone: “Smart working anche col pc dei dipendenti”
“A fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete” le amministrazioni pubbliche potranno ricorrere a modalità flessibili di lavoro “anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi”. Lo prevede la circolare del ministro per la Pa Fabiana Dadone tesa a incentivare lo smart working a fronte dell’emergenza Covid-19.
Tuttavia “sono previste misure normative volte a garantire, mediante Consip Spa, l’acquisizione delle dotazioni informatiche necessarie alle pubbliche amministrazioni al fine di poter adottare le misure di lavoro agile per il proprio personale”, in base al decreto legge del 2 marzo 2020 recante ‘Misure urgenti di sostegno per le famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19’.
entnommen aus quifinanza.it
sb 10.3.2020