niente contratto?
Comunicato stampa - Rinnovo contratto intercompartimentale: senza finanziamento, niente contratto...
Da diversi mesi è in corso la contrattazione intercompartimentale per concludere definitivamente il triennio 2019-2021 per circa 40.000 dipendenti pubblici.
L’obiettivo principale di questo contratto è quello di definire una nuova struttura retributiva per il personale del pubblico impiego assunto dal 01.01.2023. Questa nuova struttura retributiva, che si avvicina alla struttura retributiva del pubblico impiego a livello nazionale, porterebbe degli stipendi iniziali più elevati per rendere più attrattivo l’ingresso nel mondo del lavoro pubblico, ma peggiorerebbe la progressione economica, che non si svilupperebbe più su classi e scatti biennali ma su aumenti stipendiali quinquennali destinati a non più del 70% del personale. Di fatto lo stipendio di un’intera vita lavorativa verrebbe fortemente ridotto.
Per queste ragioni sono molte le perplessità che le organizzazioni sindacali hanno su questo nuovo modello di progressione economica.
La chiusura di questo contratto è però la conditio sine qua non per iniziare a parlare di rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024. Con la chiusura del predetto contratto si potrebbero utilizzare le risorse economiche messe a disposizione per l’anno in corso per pagare un premio di produttività maggiorato al personale in servizio, andando anche a recuperare, almeno in parte, l’aumento del premio non pagato nell’anno 2021 in quanto non vi erano risorse economiche disponibili.
Il secondo contratto stralcio di dicembre 2020 prevede inoltre l’adeguamento degli stipendi all’inflazione effettivamente realizzata nel triennio 2019-2021. Infatti l’anticipo sull‘inflazione che i dipendenti pubblici hanno percepito si è rivelato decisamente inferiore all’inflazione reale. Il contratto di intercomparto prevede che il conguaglio debba essere fatto entro il 30.06.2023.
Per poter dar seguito alla previsione contrattuale di dicembre 2020 devono essere messe a disposizioni le risorse finanziare necessarie, ad oggi totalmente mancanti.
Se non interverrà una modifica alla proposta di bilancio elaborata dalla giunta l’amministrazione pubblica non potrà onorare gli impegni presi con i propri dipendenti.
Quanto già definito deve essere applicato e pertanto chiediamo con forza la messa a disposizione delle risorse finanziare necessarie.
Non si può discutere di nuovi modelli retributivi se non si rispettano le previsioni contrattuali in essere.
AGBCGIL - SGBCISL - UIL SGK - ASGB - GS AGO SAG - NURSING UP
AGO Service
L’obiettivo principale di questo contratto è quello di definire una nuova struttura retributiva per il personale del pubblico impiego assunto dal 01.01.2023. Questa nuova struttura retributiva, che si avvicina alla struttura retributiva del pubblico impiego a livello nazionale, porterebbe degli stipendi iniziali più elevati per rendere più attrattivo l’ingresso nel mondo del lavoro pubblico, ma peggiorerebbe la progressione economica, che non si svilupperebbe più su classi e scatti biennali ma su aumenti stipendiali quinquennali destinati a non più del 70% del personale. Di fatto lo stipendio di un’intera vita lavorativa verrebbe fortemente ridotto.
Per queste ragioni sono molte le perplessità che le organizzazioni sindacali hanno su questo nuovo modello di progressione economica.
La chiusura di questo contratto è però la conditio sine qua non per iniziare a parlare di rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024. Con la chiusura del predetto contratto si potrebbero utilizzare le risorse economiche messe a disposizione per l’anno in corso per pagare un premio di produttività maggiorato al personale in servizio, andando anche a recuperare, almeno in parte, l’aumento del premio non pagato nell’anno 2021 in quanto non vi erano risorse economiche disponibili.
Il secondo contratto stralcio di dicembre 2020 prevede inoltre l’adeguamento degli stipendi all’inflazione effettivamente realizzata nel triennio 2019-2021. Infatti l’anticipo sull‘inflazione che i dipendenti pubblici hanno percepito si è rivelato decisamente inferiore all’inflazione reale. Il contratto di intercomparto prevede che il conguaglio debba essere fatto entro il 30.06.2023.
Per poter dar seguito alla previsione contrattuale di dicembre 2020 devono essere messe a disposizioni le risorse finanziare necessarie, ad oggi totalmente mancanti.
Se non interverrà una modifica alla proposta di bilancio elaborata dalla giunta l’amministrazione pubblica non potrà onorare gli impegni presi con i propri dipendenti.
Quanto già definito deve essere applicato e pertanto chiediamo con forza la messa a disposizione delle risorse finanziare necessarie.
Non si può discutere di nuovi modelli retributivi se non si rispettano le previsioni contrattuali in essere.
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