Indennità dirigenti
A partire dal 1 giugno viene sospeso il pagamento dell’indennità a tutti i dipendenti pubblici che non hanno (più) un mandato dirigenziale...
Dopo la sentenza della Consulta che boccia la legge sull’indennità di dirigenza, la Provincia ha incontrato i diretti interessati e annunciato l’istituzione di un punto informativo.
Elaborare insieme un modello dirigenziale moderno ed efficiente, e al contempo consolidare la competenza sul personale attraverso una trattativa a Roma sul piano politico: sono le due strade che il presidente della Provincia Arno Kompatscher intende percorrere dopo la sentenza Nr. 138 del 7 maggio scorso della Corte Costituzionale. La sentenza della Consulta ha dichiarato l’incostituzionalità della legge provinciale del 1992 che permetteva di trasformare gradualmente l’indennità di dirigenza in un elemento fisso della retribuzione, mantenuto ai fini pensionistici anche dopo la cessazione dei relativi incarichi.
Le conseguenze della sentenza
Le conseguenze della pronuncia dei giudici e le azioni da intraprendere sono state al centro di due incontri informativi, ieri sera e oggi pomeriggio (26 giugno). "Sono molto amareggiato per questa situazione" ha detto il presidente con delega al personale Kompatscher di fronte a circa 150 fra dirigenti ed ex dirigenti ieri (25 giugno) nel primo dei due incontri informativi che ha visto oggi una seconda fase con un centinaio fra vice direttori e coordinatori riuniti all'unibz. "La Corte costituzionale ha ribaltato un approccio che è durato quasi 30 anni e che alla sua introduzione nel 1992 aveva riscontrato il favore di Roma" ha sottolineato il presidente. Tale affermazione è stata condivisa dal direttore generale Alexander Steiner e dal segretario generale della Provincia Eros Magnago, che ha parlato di "doccia fredda" in riferimento alla sentenza. "Prima di mettere in atto contromisure, volevamo informare personalmente tutti i direttori, i vice direttori e i coordinatori, per riflettere insieme su quali passi compiere adesso e in quale direzione" ha detto il direttore generale Steiner.
La ricostruzione della vicenda
Renate von Guggenberg, direttrice dell’Avvocatura della Provincia, ha analizzato in dettaglio la sentenza della Corte Costituzionale a seguito dei rilievi della Corte dei Conti. Sebbene le due sentenze non siano del tutto omogenee, la strada da percorrere è ora quella della trattativa. La dirigente dell’Avvocatura ha ripercorso la storia del provvedimento provinciale contestato: "Con l’introduzione della nuova legge provinciale sui dirigenti nel 1992 vi furono due orientamenti. Una parte volle uniformarsi alla normativa nazionale per regolamentare la cosiddetta "Dirigenza" con concorsi per i dirigenti, un inquadramento economico adeguato e una ulteriore indennità per lo svolgimento della funzione dirigenziale; l’altro orientamento – che venne poi seguito – prevedeva una soluzione propria per l’Alto Adige". "Una soluzione che l’allora Governo di Roma non ritenne solo buona, ma addirittura un modello da seguire. Un modello che l’Alto Adige ha difeso fino all’ultima istanza" ha sottolineato il segretario generale Magnago.
Dirigenza, i prossimi passi
Sui passi che la Ripartizione personale intende ora adottare ha riferito invece il capo del personale Albrecht Matzneller. L’indennità di dirigenza nella sua forma attuale, che prevedeva il trasferimento di una piccola percentuale nel salario di base, non può più essere erogata. A partire dal 1 luglio viene dunque sospeso il pagamento dell’indennità a tutti i dipendenti pubblici che non hanno (più) un mandato dirigenziale nonostante abbiano ricevuto l’indennità in passato. Col 1° luglio anche per gli altri dirigenti qualcosa è destinato a cambiare: tutte le indennità personali non verranno più pagate. I dirigenti che svolgono una funzione dirigenziale continueranno a ricevere un’indennità esecutiva legata all’incarico e composta da una parte fissa e da una variabile. La busta paga verrà modificata in questo senso. La Provincia avvierà inoltre un procedimento, per recuperare le indennità personali in modo retroattivo. Tali indennità di dirigenza o di coordinamento devono essere restituite da tutti i dipendenti pubblici che non hanno avuto un mandato dirigenziale a partire dal 2009, data prima della quale interviene la prescrizione.
Il disagio nei confronti soprattutto della retroattività di questa sentenza della Consulta è stata espressa ieri e oggi non solo dai dirigenti presenti e da quelli in servizio all’epoca, ma anche dai vertici della Provincia e dal presidente stesso. La sentenza della Consulta riguarda circa 850 persone dell’amministrazione provinciale - fra cui un centinaio di dirigenti e oltre 700 fra vice direttori e coordinatori - e 250 della sanità.
fonte: Comunicato Amministrazione Provinciale Bolzano 26.06.2019
Elaborare insieme un modello dirigenziale moderno ed efficiente, e al contempo consolidare la competenza sul personale attraverso una trattativa a Roma sul piano politico: sono le due strade che il presidente della Provincia Arno Kompatscher intende percorrere dopo la sentenza Nr. 138 del 7 maggio scorso della Corte Costituzionale. La sentenza della Consulta ha dichiarato l’incostituzionalità della legge provinciale del 1992 che permetteva di trasformare gradualmente l’indennità di dirigenza in un elemento fisso della retribuzione, mantenuto ai fini pensionistici anche dopo la cessazione dei relativi incarichi.
Le conseguenze della sentenza
Le conseguenze della pronuncia dei giudici e le azioni da intraprendere sono state al centro di due incontri informativi, ieri sera e oggi pomeriggio (26 giugno). "Sono molto amareggiato per questa situazione" ha detto il presidente con delega al personale Kompatscher di fronte a circa 150 fra dirigenti ed ex dirigenti ieri (25 giugno) nel primo dei due incontri informativi che ha visto oggi una seconda fase con un centinaio fra vice direttori e coordinatori riuniti all'unibz. "La Corte costituzionale ha ribaltato un approccio che è durato quasi 30 anni e che alla sua introduzione nel 1992 aveva riscontrato il favore di Roma" ha sottolineato il presidente. Tale affermazione è stata condivisa dal direttore generale Alexander Steiner e dal segretario generale della Provincia Eros Magnago, che ha parlato di "doccia fredda" in riferimento alla sentenza. "Prima di mettere in atto contromisure, volevamo informare personalmente tutti i direttori, i vice direttori e i coordinatori, per riflettere insieme su quali passi compiere adesso e in quale direzione" ha detto il direttore generale Steiner.
La ricostruzione della vicenda
Renate von Guggenberg, direttrice dell’Avvocatura della Provincia, ha analizzato in dettaglio la sentenza della Corte Costituzionale a seguito dei rilievi della Corte dei Conti. Sebbene le due sentenze non siano del tutto omogenee, la strada da percorrere è ora quella della trattativa. La dirigente dell’Avvocatura ha ripercorso la storia del provvedimento provinciale contestato: "Con l’introduzione della nuova legge provinciale sui dirigenti nel 1992 vi furono due orientamenti. Una parte volle uniformarsi alla normativa nazionale per regolamentare la cosiddetta "Dirigenza" con concorsi per i dirigenti, un inquadramento economico adeguato e una ulteriore indennità per lo svolgimento della funzione dirigenziale; l’altro orientamento – che venne poi seguito – prevedeva una soluzione propria per l’Alto Adige". "Una soluzione che l’allora Governo di Roma non ritenne solo buona, ma addirittura un modello da seguire. Un modello che l’Alto Adige ha difeso fino all’ultima istanza" ha sottolineato il segretario generale Magnago.
Dirigenza, i prossimi passi
Sui passi che la Ripartizione personale intende ora adottare ha riferito invece il capo del personale Albrecht Matzneller. L’indennità di dirigenza nella sua forma attuale, che prevedeva il trasferimento di una piccola percentuale nel salario di base, non può più essere erogata. A partire dal 1 luglio viene dunque sospeso il pagamento dell’indennità a tutti i dipendenti pubblici che non hanno (più) un mandato dirigenziale nonostante abbiano ricevuto l’indennità in passato. Col 1° luglio anche per gli altri dirigenti qualcosa è destinato a cambiare: tutte le indennità personali non verranno più pagate. I dirigenti che svolgono una funzione dirigenziale continueranno a ricevere un’indennità esecutiva legata all’incarico e composta da una parte fissa e da una variabile. La busta paga verrà modificata in questo senso. La Provincia avvierà inoltre un procedimento, per recuperare le indennità personali in modo retroattivo. Tali indennità di dirigenza o di coordinamento devono essere restituite da tutti i dipendenti pubblici che non hanno avuto un mandato dirigenziale a partire dal 2009, data prima della quale interviene la prescrizione.
Il disagio nei confronti soprattutto della retroattività di questa sentenza della Consulta è stata espressa ieri e oggi non solo dai dirigenti presenti e da quelli in servizio all’epoca, ma anche dai vertici della Provincia e dal presidente stesso. La sentenza della Consulta riguarda circa 850 persone dell’amministrazione provinciale - fra cui un centinaio di dirigenti e oltre 700 fra vice direttori e coordinatori - e 250 della sanità.
fonte: Comunicato Amministrazione Provinciale Bolzano 26.06.2019